Arturo Di Sabato
344 anni fa, avveniva la corsa verso via Torretta delle vicine.
Lucera – All’alba del 6 agosto 1681,344 anni fa, in via Torretta si radunò tanta gente. Le comari del vicinato si dirigevano verso quel piccolo ed umile pianterreno di soli venti metri quadri per andare dalla loro vicina Isabella della Monica: «Venite, fate presto sembra che stia succedendo qualcosa di strano da Occhiaperti».
Anche allora i lucerini non si risparmiavano nel dare i soprannomi. Isabella, donna umile e devota che veniva soprannominata “Occhiaperti” per la sua accortezza e intelligenza non comune, aveva dato alla luce un bambino sul quale si era posato “l’occhio” di Dio.
Tutti affermavano che si udivano strane voci, canti angelici e quel civico 124 annerito dal fumo di una grondaia, misteriosamente si era illuminato di uno strano e insolito chiarore di luce che suscitò meraviglia. Giuseppe Fasano (in seguito Fasani), umile ed esperto potatore di vigne non era andato a lavorare quel giorno per rimanere accanto alla sua sposa.
Dopo che Isabella dimenticò le doglie del parto, le donò un delicato fiore di campo.Isabella, più volte bacio sulla fronte il suo bambino e poi guardando Giuseppe si commosse e insieme rivolsero lo sguardo al quadro dell’Immacolata. Il 10 agosto da via Torretta con la madrina Vittoria Pagano si mosse un piccolo corteo verso la Cattedrale dove fu amministrato il Battesimo al bambino da don Vito Antonio Di Dionisio.
Alla piccola creatura furono imposti i nomi Donato Antonio Giovanni, Nicolò, ma per tutti fu solo Giovanniello. Il bambino man mano che cresceva si arricchiva di virtù, grazie all’esempio dei genitori, con la preghiera a tavola e del Rosario recitato tutte le sere fino a quella personale e comunitaria nella vicina Chiesa Francescana dei Padri Conventuali dove nacque la vocazione.