Con un post dai toni accorati e indignati pubblicato sul gruppo Facebook della Redazione, il sindaco di Lucera, Giuseppe Pitta, è tornato a denunciare pubblicamente una delle gravi criticità che continuano a colpire l’ospedale cittadino. Il primo cittadino ha definito la situazione “molto triste”, sottolineando come sia stato costretto, ancora una volta, a intervenire personalmente per fronteggiare un’emergenza che sembra non trovare soluzione.

Lucera – Ore 11:00, radiologia non funzionante per assenza del radiologo.

Una paziente ricoverata in medicina e geriatria ha necessità urgente di una tac, deve essere trasferita a Foggia per l’esecuzione della stessa.

L’ospedale ha 2 ambulanze la prima è a Foggia per il trasferimento di altro paziente del nostro pronto socco so costretto al policlinico per esecuzione esami diagnostici (TAC);

La seconda è a Foggia per trasporto sangue per esami, trasporto farmaci ed esami di laboratorio di vario genere; Contattati i servizi dal reparto, gli addetti hanno sollevato l’impossibilità del trasferimento, cosa molto grave data la necessità ed urgenza. Vi volete fare due “risate”? Io piangerei !!!!!

Mi hanno chiamato, quale primo responsabile della salute pubblica, sono corso in ospedale per affrontare e certificare questa assurda criticità e dopo accese considerazioni, a voce molto alta, tutto ad un tratto, per incanto, hanno chiamato e si sono resi disponibili a trasferire la paziente con la seconda ambulanza (la paziente al posto degli esami e delle sacche del sangue). Le domande a chi organizza sono semplici:

“se qualcuno dovesse sentirsi male a Lucera l’ambulanza da dove deve arrivare visto che le nostre due sono impegnate a sostituire i servizi mancanti? I medici impegnati, pochissimi e sotto organico perenne, nonostante le promesse, posso continuare ad operare in queste assurde condizioni?

Il nostro ospedale può continuare a “sopravvivere” così ? Sono veramente esausto, ne vedremo delle belle sé la direzione generale non cambia approccio nei confronti di questa città e di questa terra.

C.s