La guerra in Ucraina giunge al giorno 1.198 e la telefonata tra il Papa e Putin ha risvegliato il desiderio di pace, mentre a Gaza devastata da fuoco e fame regna totalmente il silenzio.
Arturo Di Sabato
Papa Leone XIV, mercoledì 4 giugno, tra lo stupore di tutti, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente Russo Vladimir Putin, che già per un’ora e 15 minuti aveva sentito il suo omologo Donald Trump, confermando che non ci sarà una pace immediata e che la Russia sarà più determinata a rispondere a tutti gli attacchi provenienti dalle forze ucraine. Nella telefonata con Papa Leone XIV, invece, lo zar russo ha dichiarato di essere favorevole ad una soluzione diplomatica.

Il Pontefice, secondo il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni, nel corso della telefonata, ha fatto un appello, affinché la Russia faccia un gesto che favorisca la pace, sottolineando l’importanza del dialogo tra le parti per cercare una soluzione al conflitto. Infatti, nel Regina Coeli del 18 maggio, il Papa aveva ribadito che la martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura.
Papa Leone XIV, nel corso della telefonata non ha dimenticato di parlare anche della difficile situazione umanitaria che vive l’Ucraina, la necessità di favorire gli aiuti, lo scambio dei prigionieri: un lavoro che già ha iniziato il Cardinale Zuppi con Papa Francesco e che sta portando avanti.
Il Santo Padre, ha fatto riferimento al Patriarca Kirill, ringraziando per gli auguri ricevuti all’inizio del suo pontificato e ha sottolineato come i comuni valori cristiani possano essere una luce che aiuti a cercare la pace, difendere la vita e cercare un’autentica libertà religiosa.
Nonostante la telefonata si sia svolta in un clima disteso e con buone prospettive, Putin ha ordinato alle sue forze di bombardare per tutta la notte nelle regioni invase, soprattutto con droni, provocando 27 feriti e 6 morti tra cui un bambino.
Putin non ha intenzione di arrendersi e vuole andare avanti con il suo ignobile progetto; così come Zelensky, che è cosciente di avere una nazione rasa al suolo e demoralizzata, ma risponde a questo braccio di ferro sostenuto dall’Europa e da alcuni premier europei (tra cui la “nostra” Giorgia) e il nuovo arrivato dalla Germania Merz che ha autorizzato Kiev a lanciare le proprie armi sulla Russia. In questi ultimi giorni ha fatto parlare molto di se, il premier inglese Starmer che ha sfidato apertamente la Russia, preparando la sua nazione ad una guerra mondiale, parlando di armi nucleari e di schieramenti di sottomarini atomici. Tutti hanno detto qualcosa!
Dall’altra parte del mediterraneo, sembra che si sia “rotto” il silenzio sullo sterminio a Gaza dove il conflitto che coinvolge anche la Siria, Libano e Yemen è giunto al giorno 608. Il primo a denunciare lo sterminio a Gaza, nonostante le polemiche, ma sostenuto dalla nostra piena solidarietà (e non solo) è stato Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo. Poi il premier spagnolo Sanchez, la farsa della Ue, il premier inglese Starmer che valuta sanzioni contro Israele e il duro monito del Presidente Mattarella che è arrivato solo dopo 19 mesi di silenzio nel pieno dello sterminio.
Alle sue parole, si uniscono Meloni (che tra l’altro non ritirerà la scheda al referendum dell’ 8 e 9 giugno) e Tajani. Questi ultimi sono contrari alle sanzioni a Israele proposte da Londra, ma non hanno voluto specificare il motivo della decisione.
La croce Rossa ha affermato:« Gaza è l’inferno sulla terra, ma nemmeno questo scuote le coscienze dei servi del sionismo che tengono in pugno i governi del pianeta». Ci deve essere vera informazione e comunicazione, perché non tutto ci viene detto. Tutti noi dobbiamo aprire il cuore e mobilitarci per quell’angolo abbandonato che è la terra del Signore!
Così come in tutte le piazze anche a Lucera (Fg), domenica 8 giugno alle ore 19.00, si terrà la manifestazione “In Piazza per Gaza”, per chiedere il cessate il fuoco immediato; le sanzioni al governo israeliano; l’embargo sulla vendita di armi a Israele e il Riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia.
Interverranno: Jean – Patrick Sablot, regista ebreo da sempre contro l’antisemitismo e politiche di guerra e poi Azmi Jarjawi, attivista palestinese CGIL Puglia. Non voltiamo la testa dall’altra parte, perché potremmo trovarci noi in quella situazione.
Potremmo essere noi quei bambini in quelle lenzuola o quella gente che lottano per avere solo un cucchiaio di pasta o un po’ d’acqua tra l’altro non potabile. Pace, Voce e Verità: non silenzio, altrimenti cadremo sempre nella trappola dell’ipocrisia!