Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa di Lucera Non Tace

A Lucera soffia il vento dell’euforia nell’attesa dell’esito della sua candidatura a capitale della cultura 2026.
Indubbiamente la candidatura produce uno scatto d’orgoglio della collettività che può liberare energie
individuali e creare sinergie necessarie per avviare processi virtuosi nel tessuto economico locale. Ma
occorrono alcuni presupposti essenziali.
L’Associazione Lucera Non Tace ODV (LNT) come ribadito nei mesi scorsi con la pubblicazione del Piano
di valorizzazione del patrimonio culturale di Lucera, ritiene che per rendere appetibile il territorio lucerino
a flussi turistici duraturi sia fondamentale mettere in campo una progettualità lungimirante, concreta, organica e coinvolgente che coniughi utilizzo e tutela delle risorse locali (agricoltura, territorio e patrimonio culturale).

Ad oggi lo sforzo profuso dall’Amministrazione Comunale di Lucera, pur se sostenuto da qualche
finanziamento spot per la riqualifica di scorci del centro storico, si è concentrato principalmente sul fronte
mediatico. Se la progettualità sull’evento rimane chiusa in questo ambito, è inevitabile prevedere ricadute
minime sull’economia locale: al più si riuscirà ad attrare qualche curioso turista di passaggio. Altre iniziative significative nella direzione indicata finora non sono state. Anche il metodo dell’azione politica adottato non denota nessuna discontinuità con le pratiche del passato basate su logiche clientelari e incentrate sul perseguimento di interessi particolari o del consenso personale come fine, non come conseguenza dell’azione politica.
Ampliando il raggio d’azione sui problemi endemici che affliggono il territorio la cui mancata soluzione ha contribuito significativamente al suo declino e a bloccarne le prospettive di sviluppo, sono enormi e non pochi.
Ne elenchiamo alcuni:

  1. La cronica mancanza di lavoro e di prospettive soprattutto per i giovani contribuisce ad accentuare il
    già allarmante fenomeno dello spopolamento del territorio, in modo particolare di quello giovanile. I
    giovani nonostante siano sempre “assenti” hanno diritto a sperare di poter vivere in un mondo migliore.
    Invece, a parte le vuote e ricorrenti promesse sbandierate ad ogni scadenza elettorale, possono solo
    scegliere se emigrare, delinquere o restare consumando apaticamente la loro esistenza per anni nella speranza spesso vana che un potente di turno gli trovi un qualsiasi posto di lavoro.
  2. La perdita crescente di sicurezza dei cittadini che procede di pari passo con l’aumento della micro
    criminalità e della diffusione della droga tra i giovani e gli adolescenti.
  3. La cultura dell’illegalità sempre più diffusa, alimentata dall’ impunità, dal degrado e dall’indifferenza,
    carenza di senso civico e paura della popolazione induce la comunità al silenzio e alla rassegnazione.
    E compromette sia la qualità della convivenza sociale sia quella della vita politica e istituzionale
    frenando lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.
  4. L’assenza di piani strategici ai vari livelli istituzionali per la realizzazione di opere infrastrutturali locali
    necessarie per innescare lo sviluppo economico.
  5. La condizione di arretratezza e di stasi dell’agricoltura locale (bloccata anche nel ricambio
    generazionale e nell’innovazione tecnologica) non le permette di svolgere il ruolo di volano nello
    scenario di uno sviluppo locale moderno e sostenibile.
  6. L’incertezza che grava da anni sul futuro dell’ospedale Lastaria di Lucera, nonostante lo sforzo
    encomiabile del Sindaco di Lucera di poche settimane fa, impedisce qualsiasi forma di pianificazione
    per un migliore utilizzo della struttura.
  7. La crescita abnorme negli ultimi decenni degli insediamenti di impianti di trattamento rifiuti e delle
    quantità trattate accentuata anche dall’assenza di una equa e razionale pianificazione regionale in
    materia, lo sversamento indiscriminato di rifiuti nelle campagne e l’abbandono di rifiuti stanno
    trasformando il territorio lucerino in un degradato “distretto della monnezza” con implicazioni
    potenzialmente dannose per la salute della popolazione. E con impatti negativi anche sul fronte dello sviluppo turistico culturale. Vogliamo sottolineare che lo spregio nei confronti dell’ambiente e del territorio affonda le sue radici nello smarrimento di un’etica comunitaria, nella perdita del senso di appartenenza che rendono la deturpazione del territorio e il danno ambientale un normalissimo, quasi banale, gesto quotidiano avallato dall’ indifferenza del resto della comunità.
  8. L’incuria e lo stato di abbandono del centro storico e dei monumenti (rudere ex convento Sant’Anna, i lavori di riqualificazione di Viale Castello non terminati, erbacce e alberi cresciuti sulle mura del
    Castello,…) alimentate dalla mentalità sciatta imperante ai vari livelli istituzionali e dalla preoccupante
    diffusione del vandalismo gratuito tra la popolazione, sono ostacoli seri per lo sviluppo del turismo
    culturale ed enogastronomico locale. (A tal proposito si apre una piccola parentesi sulla vicenda della realizzazione del gabbiotto all’ingresso della Fortezza lucerina: sembra sia calato il solito silenzio (dei colpevoli?). I cittadini aspettano ancora le risposte del sindaco alle cinque domande poste da LNT. E soprattutto si chiedono: perché non procede ad avviare l’iter per sottoporre il Castello e l’Anfiteatro di Lucera al vincolo di tutela indiretta. Infine senza voler polemizzare con nessuno: dove sono finiti i paladini della “rara potenza metafisica” della fortezza lucerina e della tutela della “prospettiva più suggestiva di tutta l’area” occlusa dall’orrido gabbiotto?).
  9. La pessima gestione dei beni immobili del comune a livello finanziario e sociale denota spesso
    incompetenza, superficialità e finalità clientelari o di parte. Altrettanto frequentemente non sono
    adottati approcci virtuosi che possano coniugare efficienza economica e utilità sociale.
    A fronte della portata di questi problemi, i cittadini si chiedono: con l’attuale classe dirigente e con le pratiche politiche adottate finora (purtroppo in continuità con quelle degli ultimi quarant’anni che hanno contribuito non poco a questa situazione) saremo in grado di affrontarli per avviarne la soluzione e saremo in grado di sfruttare al meglio le opportunità future?
    La domanda ovviamente riguarda Tutti. Fingere che questi problemi non esistono o tentare di nascondersi la genesi e il contesto nel quale si sono incancreniti non serve a niente.
    Il territorio lucerino sta vivendo già da qualche decennio un inarrestabile declino economico, sociale,
    culturale e recentemente anche ambientale che penalizza la maggior parte della popolazione, non tutta la popolazione.
    Se la maggioranza penalizzata e silenziosa continua a tenere la testa sotto la sabbia, illudendosi di restare spettatori indifferenti alla finestra ripiegati su sé stessi nell’affanno quotidiano di curare solo il proprio orticello senza “disturbare” democraticamente la classe dirigente locale – che con la sua miopia, rapacità e incapacità storica di governare i rapidi cambiamenti succedutosi nella società italiana è il vero responsabile di questo stato di cose – sicuramente non eviterà il declino del nostro territorio: potrà solo rendersi complice passiva di questo fallimento.
    E’ inutile sperare nella buona sorte o nell’attesa messianica del politico illuminato, o aspettare soluzioni dall’alto che non arriveranno mai.
    L’impegno alla partecipazione, alla cittadinanza attiva, alla costruzione organizzata di relazioni e comunità, alla formazione del cittadino consapevole e di coscienze libere e dignitose capaci di scegliersi democraticamente ma autonomamente i propri rappresentanti politici, è la via da percorrere per cambiare in meglio la nostra vita e anche la soluzione a molti dei problemi elencati.
    Incamminarsi su questo percorso indubbiamente è una scelta faticosa che richiede coraggio e pazienza, ma è ineludibile se vogliamo veramente “spiccare il volo” come persone e come comunità per preparare un futuro migliore alle prossime generazioni.
    E non aspettare passivamente di morire lentamente di declino, abbagliati di tanto in tanto da lampi effimeri. Comunicato stampa