Riceviamo dalla Lista Agricoltori e il Comitato “FARE per Lucera” e pubblichiamo

«Basta teatrini. Sul futuro dei ragazzi a Lucera la politica e le istituzioni comincino a fare scelte coraggiose». L’appello di Lista Agricoltori e Comitato FARE per Lucera al Presidente della Provincia, Giuseppe Nobiletti».

Il Piano regionale di dimensionamento scolastico è un tema tanto spinoso quanto reale, sul quale la politica locale avrebbe dovuto confrontarsi per tempo, in maniera lucida e pragmatica, compiendo scelte coraggiose e coerenti. Scelte che impatteranno in maniera diretta sul futuro delle prossime generazioni. E invece, per l’ennesima volta, siamo stati costretti ad assistere a uno spettacolo indecoroso che non solo non approda a nulla ma toglie a tutti noi un pezzo di speranza in un futuro migliore. Un futuro fagocitato dalle velleità di una politica isterica ed egocentrica, fondata sulla ripicca, sulla convulsa smania di affermazione personale, sul dire tutto e il contrario di tutto lasciando alle circostanze o agli altri il pallino delle decisioni.

Nel frattempo:

  • l’Osservatorio Regionale dei Sistemi di Istruzione e Formazione ci colloca al quarto posto in tutta la provincia per dispersione scolastica e fattori di disagio ad essa connessi;
  • le proiezioni di DemoISTAT rivelano che la popolazione scolastica locale, tra dieci anni, diminuirà di quasi un terzo (meno 1.385 unità) e che l’età media aumenterà di quasi 4 anni;
  • dalle ultime statistiche ISTAT, apprendiamo di essere 5 punti sotto la media nazionale sia per incidenza di adulti con un’istruzione superiore o universitaria sia per la partecipazione al mercato del lavoro e addirittura 15 punti sotto per mobilità giornaliera da studio o lavoro con rientro nella propria dimora;
  • la Regione Puglia, sin da agosto scorso, ha reso nota l’ipotesi di ridimensionamento della rete scolastica, a partire dal prossimo anno, mediante la redazione di un piano ai sensi dell’art. 1 c. 557 della Legge n. 297/2022 e del successivo decreto interministeriale n. 127/2023 che ha come obiettivo quello di razionalizzare le autonomie scolastiche in tutta Italia;
  • il TAR Lazio ha rigettato l’istanza di sospensiva degli effetti di questo decreto, proposta dalla Regione Puglia mentre la Corte Costituzionale – proprio nella giornata di ieri, 22 novembre – ha rigettato i ricorsi di ToscanaPuglia e Campania ritenendo che siano “prevalenti le competenze statali riguardanti l’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello Stato, le norme generali sull’istruzione, il coordinamento della finanzia pubblica”, spegnendo le residuali speranze di quanti si illudevano che i tagli ci sarebbero stati risparmiati;
  • l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia ha pubblicato, alcune settimane fa, una nota in cui specifica che, ai sensi delle linee di indirizzo del piano di ridimensionamento, è possibile presentare istanze di fusione o accorpamenti di plessi anche delle istituzioni scolastiche del secondo ciclo.

Ovunque, in uno scenario simile, ci sarebbe stata, non da ora, una mobilitazione generale da parte delle istituzioni locali, dei rappresentanti politici regionali, delle istituzioni scolastiche per avviare, fuori dalla retorica e dalla ricerca di consenso, un tavolo permanente di confronto dal quale scaturissero processi articolati di concertazione socio-istituzionale, una progettazione di medio-lungo periodo e decisioni di ampio respiro. E invece negli ultimi anni – a parte il tentativo esperito dall’assessore alla Pubblica Istruzione nel voler promuovere un dialogo costruttivo tra le parti – i rappor1 tra mondo scolastico e istituzioni locali sono stati il più delle volte occasionali, se non sporadici, perlopiù in risposta ad urgenze e bisogni urlati, in base a una logica di reazione piuttosto che di progettazione. Del resto, ci chiediamo dov’erano i vari rappresentanti politici regionali tutori della Capitanata quando a Bari si cominciava a parlare di un piano dei tagli e per quale motivo non hanno né armato proteste eclatanti né elaborato proposte alternative come è accaduto per altre tematiche forse mediaticamente più rilevanti.

Ora l’ipotesi di ridimensionamento della Regione Puglia prevede tagli progressivi scaglionati di anno in anno e fissa un limite per il mantenimento dell’autonomia di 926 alunni per i singoli istituti comprensivi e 960 per le istituzioni scolastiche del secondo ciclo. In vista del prossimo anno scolastico, saranno 58 le autonomie che andranno perse mentre il successivo 20. Ciò significa che Lucera perderà sicuramente un’autonomia per l’anno venturo ma potrebbe sperare, il prossimo, di evitare ulteriori ridimensionamenti confidando nella media alunni favorevole rispetto ad altre città. La situazione attuale richiederebbe un pizzico di buon senso e una spassionata analisi della realtà: abbiamo due istituti del secondo ciclo, IPIA “Ruggiero Bonghi” e ITET “Vittorio Emanuele III”, con meno di 500 iscritti cadauno, che con ogni probabilità saranno comunque accorpati in futuro, sempre che si scongiuri l’annessione di uno dei due al “Giannone- Masi” di Foggia che, già in passato, accolse gli alunni dell’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio” quando non si riuscì a formare nessuna classe prima nella nostra città. Accorpare i due istituti superiori significa mettere in salvo un’istituzione di lungo corso come la storica “Ragioneria”, creare un’offerta formativa più solida e rispondente alle esigenze del territorio ma soprattutto arrivare a competere, per un secondo taglio il prossimo anno, forti di una media iscritti negli istituti comprensivi molto più vicina alla soglia minima: solo sedici unità in meno a fronte di tanti altri Comuni con situazioni di gran lunga peggiori. Al contrario, nel caso decidessero di sacrificare l’autonomia di un istituto comprensivo, ci ritroveremmo il prossimo anno a rischiare un secondo ridimensionamento in virtù di una situazione molto meno competitiva nelle scuole del secondo ciclo: una media di circa 600 alunni a dispetto di una soglia minima di ben 960 unità. E cosa avremmo ottenuto? Due scuole in meno, un istituto comprensivo accorpato con un sovraffollamento tale da essere quasi ingestibile e un quartiere, quello di Santa Maria delle Grazie, ancora una volta bistrattato e penalizzato da una politica che, quando serve, gira sempre la testa dall’altra parte (fare un giro del quartiere per credere).

Incomprensibilmente, l’Amministrazione comunale pare voler perseverare nella scelta di non scegliere, lasciando alla Regione il pallino e rinunciando a formulare persino orientamenti o proposte in subordine rispetto all’illusoria richiesta di non operare nessun taglio. Nella riunione del Consiglio d’Istituto dell’IC “Bozzini-Fasani” si è assistito ad un deprimente teatrino tra sindaco ed ex sindaco, finito come al solito con stracci volantiurla e vicendevoli recriminazioni. Una guerra tanto inutile quanto sterile che ha visto da una parte il sindaco Pitta, inspiegabilmente incapace di intraprendere scelte coraggiose e dall’altra l’attuale consigliere regionaleTutolo, che ha sostenuto, con non poca veemenza, la causa dell’accorpamento dei due istituti superiori dimenticando, però, che i consiglieri comunali della sua area di riferimento, insieme alla quasi totalità dell’opposizione, in data 7 settembre 2023, protocollavano al Comune una missiva nella quale si dicevano sfavorevoli alla ventilata eventuale proposta di fusione “dello storico istituto lucerino con l’istituto alberghiero Bonghi-Rosmini (nemmeno conoscono i nomi delle scuole). Inoltre pare che qualche consigliere della minoranza sia andato in Regione a perorare la causa dell’accorpamento in luogo alla fusione dei due istituti comprensivi per poter esibire, in mancanza d’altro, la più classica delle vittorie di Pirro ai genitori giustamente arrabbiati. Delle due una: o il consigliere regionale mente quando dice che nessuno lo ha interpellato e notiziato oppure, di fatto, non ha nessun riferimento politico locale. E ci riesce difficile pensarlo visto che uno dei firmatari di quel documento è anche il suo collaboratore in Regione.

Riteniamo, come Lista Agricoltori per Lucera e Comitato “FARE per Lucera” che occorra riaprire un dialogo tra Amministrazione comunaleProvincia e istituzioni scolastiche, magari per il tramite del presidente Giuseppe Nobiletti il quale, cercando di capire le reali esigenze del territorio, potrà avere un quadro più neutrale, chiaro ed esaustivo della situazione. Chiediamo a lui, al sindaco e a tutt i rappresentanti politici locali e regionali di attenzionare la questione ed operare con coscienza la scelta più logica tenendo presente che è in ballo il futuro di un Comune ad alto rischio di spopolamentoostaggio di una contesa politica che sta danneggiando tutti. Lo diciamo apertamente, non ci nascondiamo dietro finti ideali, finte rinunce, finte battaglie».